domenica 18 maggio 2008

LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI


La solitudine dei numeri primi”, opera prima del giovane scrittore emergente Paolo Giordano, cattura e ammalia per la sua prosa pregnante e vivida, ma al contempo languida e delicata, profonda e intima, a tratti lucida, concitata e cruda.

La narrazione si snoda attraversando le vite dei due protagonisti, Alice e Mattia, entrambi segnati dalla ferita indelebile di un trauma vissuto nell’infanzia. La cicatrice di questo dolore permane inesorabilmente lungo il sentiero delle loro esistenze, si attacca alle ossa, si imprime nelle loro anime e nei loro corpi, condannandoli a girovagare nella propria rassegnata e mesta solitudine, cercando invano di colmare il vuoto vertiginoso che alberga nei loro destini.

Alice e Mattia sono come dei numeri primi gemelli: in matematica vengono definiti in tal modo coppie di numeri che si trovano vicini, fra i quali vi è sempre un numero pari, cosicché essi giacciono attigui, ma mai abbastanza per sfiorarsi e compenetrarsi davvero.

I due ragazzi si inseguono disperatamente per tutta la vita, senza riuscire mai a lambirsi e a stringersi, perchè “le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per il tempo restante”, e le loro strade, proprio nel momento in cui stanno per intersecarsi, si dividono. Basta un attimo di esitazione e titubanza, una frase abbozzata, l'aferesi di un'intenzione, un afflato di desiderio che rimane sospeso nell'aria, e la scelta è compiuta, e porta due anime a ruzzolare agli estremi opposti di una linea sottile tracciata nel tempo e nello spazio. Eppure tra i due giovani esiste un filo persistente e invisibile, teso su un terreno di attrazione ambivalente e instabile, che, pur sfilacciandosi, non si spezza mai.

Mattia, affondato nel suo agghiacciante isolamento, rifugge qualsiasi forma di piacere. Pare un essere assolutamente incapace di lasciarsi trascinare da guizzi di gioia e di aprirsi alle relazioni umane. Chiuso ermeticamente nel suo guscio di vetro infrangibile e immerso in un involucro di autodistruzione, egli si rifugia nello studio della matematica, sua unica compagna di vita, e per difendersi dalla paura dell'amore si esilia all'estero.

Alice, fragile creatura claudicante, consuma se stessa nel baratro dell'anoressia, e per dimenticare la caparbia inafferrabilità di Mattia, si abbandona all'illusione di un amore che si scioglie come neve al sole, lasciandole addosso l'amarezza di un ennesimo fallimento.

Dunque l’autore ci regala una storia affascinante e struggente di intrecci imperfetti, di coincidenze mancate, di convergenze e divergenze, di fugaci istanti che determinano il corso di una vita intera.

Perchè a volte la nostra esistenza è appesa a incomprensibili distorsioni, e imboccare la via dove ristagnano i nostri fantasmi e le nostre paure è un attimo: il tempo di un lampo.


Chiara Manganelli


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