domenica 18 gennaio 2009

CIRO PALUMBO E ALFIO PRESOTTO




LO SCRIGNO DELLA BELLEZZA SPALANCATO SUGLI UNIVERSI RECONDITI DELLA SPIRITUALITA'


La pittura di Ciro Palumbo e Alfio Presotto, densa di simboli e archetipi, rappresenta l'ideale estetico e spirituale del Sogno.
Il Sogno è qualcosa di ben diverso dai sogni, perché ha un cuore stratificato in cui si intessono e si mescolano valenze individuali e valenze collettive. Esso è una matrioska poliedrica che si eleva dal piano immanente a quello trascendente, percorrendo la filogenesi dell'anima umana dagli albori della civiltà al tempo presente. E' una specie di reperto fossile dello spirito che raccoglie, lungo il proprio cammino, frammenti di esperienze, emozioni, desideri e aspirazioni personali e sociali, per divenire “un'antonomasia” che racchiude le radici spirituali e culturali dell'umanità. Un cuore ancestrale e pulsante, una pozione alchemica vibrante, che continuamente si addobba di nuovi colori, nuove sfumature e nuove forme. Un patrimonio di tutti e di ognuno, squisitamente intimo e al contempo universale. Tutto ciò può sembrare un parossismo, eppure l'espressione artistica di questi due pittori ci dimostra che l'antinomia è solo apparente.
Palumbo e Presotto, con la loro pittura, aprono questo sfavillante scrigno e vi rovistano dentro. E come dei “Prometei contemporanei”, “rubano” questo magnifico e magmatico “fuoco” per donarlo agli uomini. La chiave magica che spalanca questa seducente cassaforte blindata è la Bellezza.
I due pittori, distribuiti in esclusiva da “Falpapromozionearte”, riescono a creare un rapporto dialogico con la Bellezza, vestendola di significati che superano la mera piacevolezza sensoriale per spingersi in territori ben più complessi, arcani e intriganti, dove l'interlocutore privilegiato diviene lo spirito. Palumbo e Presotto parlano all'uomo intriso di realtà fenomenica, ma anche e soprattutto all'uomo che ha impresse dentro di sé memorie lontane, che affondano le proprie origini nella notte dei tempi. Le opere di questi due artisti comunicano su due livelli: quello immediato e istintivo, con l'impiego di canoni estetici condivisi e versatili giochi cromatici, e quello inconscio e latente, con l'uso di simbolismi che solo l'anima può decifrare.
La loro “Metafisica”, rompendo le convenzioni, scandaglia un mondo sublime e sotterraneo dove tutto è ribaltato e reinterpretato, e ogni cosa diviene possibile. Solo spezzando gli argini e annullando i limiti imposti si può innalzare il proprio essere.
La Bellezza, dunque, non è autoreferenziale, non è solo virtuosismo che lusinga i sensi e accarezza lo sguardo, bensì è simbolo di valori spirituali elevati e universali. La Bellezza di Palumbo e Presotto ha un rapporto sottile e complesso con la temporalità, perché essa non è mai anacronistica ma neppure contestualizzante: è presente, pur attingendo da ideali estetici, culturali e simbolici del passato, ma il suo collocarsi nel tempo presente in virtù di un'incarnazione precisa non la denota e non la identifica con una particolare componente del mondo reale. E qui sta l'essenza epistemologica ed ermeneutica della “surrealtà” di questi pittori.
La figura femminile, spesso raffigurata nelle opere di Presotto, non rappresenta una donna, ma la donna. E l'analisi va ancora oltre: la donna è un pretesto, uno stratagemma per scrutare la Bellezza, che a sua volta è una chiave d'accesso per addentrarsi nel territorio meraviglioso e sfolgorante della dimensione spirituale.
Così gli eroi, gli dei e le isole di Palumbo: sono, appunto, archetipi universali e simboli di Bellezza che permettono, attraverso la decodifica sensoriale e istintiva di elementi noti, uno spostamento semantico ed emozionale che conduce lo spettatore a scoperchiare il “Vaso di Pandora”, che in questo caso non contiene tutti i mali, ma racchiude i segreti più affascinanti e ammalianti dell'animo umano. Lo “strumento” che mette in atto questo stupefacente processo è l'Inconscio.
Gli artisti hanno l'arduo compito, peraltro perfettamente assolto da Palumbo e Presotto, di trovare “gli appigli cognitivi” adatti a innescare questo fantasmagorico e sorprendente viaggio, generando quel sortilegio unico e irripetibile che solo l'Arte può regalarci.

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