L'atelier “Bottega Indaco” di Torino presenterà ad Alassio (SV), presso l'ex Chiesa Anglicana, una mostra di pittura dal titolo “Il volto come incarnazione del sogno”.
La mostra verrà realizzata grazie al patrocinio del Comune di Alassio, sarà inaugurata il 30 agosto 2008 e si protrarrà fino al 28 settembre.
L'esposizione prevede una personale di Ciro Palumbo e una collettiva che comprenderà le opere di Akira Zakamoto, Luisella Bardella, Claudia Giraudo e Laura Giai Baudissard.
Durante la serata d’inaugurazione si potrà assistere a una performance teatrale incentrata sulla potenza espressiva del volto in relazione ai sogni e alle emozioni, e verrà proiettato un video che sarà un vero e proprio viaggio tra i segreti di un volto umano, nel quale si cercherà di scandagliare i tratti somatici in quanto chiavi di lettura degli universi onirici di un individuo.
L'intento degli artisti è quello di comunicare, attraverso i propri dipinti, la magia evanescente del sogno, la sua forza emozionale e creatrice, e la sua affascinante poliedricità.
I cinque pittori hanno peculiarità, provenienze, stili e tecniche a volte anche molto diversi, ed è interessante poter ammirare come ognuno di loro interpreta questo affascinante tema.
Palumbo, con le sue risonanze metafisiche, attribuisce ai volti magie delicate e surreali, e sulle sue tele i sogni si stagliano come caleidoscopi palpitanti. Tra oggetti ludici, scorci di elementi naturali e atmosfere che evocano un’estetica classicheggiante, i visi acquistano una complessità estrema, dettagliata e dinamica. Le emozioni e i sogni si rispecchiano in ogni sussulto della carne, in ogni cangiante sfumatura dello sguardo, in ogni lieve contorsione della pelle. I sogni di Palumbo partono dalla realtà per ribaltare la realtà, e l’uomo è un audace Prometeo che ruba il fuoco sacro agli dei per regalarlo a se stesso e diventarne il custode eterno.
Zakamoto elargisce al sogno il volto di esseri venuti da mondi lontani, creature rilucenti che ci guardano da una dimensione superiore. I baluginii degli occhi di questi esseri illuminati sembrano racchiudere la magia di un segreto che si svela attraverso simboli arcani e colori fantasmagorici. E dove l’illusione di un sogno conosciuto si sgretola, un nuovo sogno sconosciuto, appena intuito e abbozzato, prende forma ed esplode negli spazi rarefatti di universi iridescenti. I bambini indaco dei quadri di Zakamoto, avvolti da sfavillanti pianeti e stelle rutilanti, sono i detentori di una nuova consapevolezza. Essi sembrano prenderci per mano per condurci a compiere un salto quantico all'interno di noi stessi, per farci fagocitare dalle vorticose cascate di luce che permeano il nostro spirito.
Nei quadri di Luisella Bardella possiamo vedere, invece, come la materia si trasformi e si mescoli, in modo del tutto imprevedibile, per addentrarsi in spazi semantici molto lontani da quelli originari.
E dal legame viscerale e sottile che unisce una madre e una figlia scaturisce un sogno che gioca con le regole del tempo, anticipando desideri e speranze, annullando la convenzionalità della dimensione temporale lineare, e, in un balzo intimo e pieno di pathos, possiamo immergerci nella delicatezza dell’anelito onirico che genera la vita stessa, attraverso l’unione, spirituale prima ancora che carnale, di due anime.
Claudia Giraudo concepisce l’individuo come incarnazione di una bellezza in nuce, quasi ontologica, dove l’essere umano perde i suoi contorni specifici per varcare territori atemporali, dalle valenze assolute ed eterne, sullo sfondo di palcoscenici suggestivi che evocano atmosfere teatrali e cinematografiche. I suoi volti esprimono magnificenza ma allo stesso tempo un'intensa carica spirituale. La pittrice scava così nell’anima dei suoi personaggi alla ricerca dei loro sogni, trasformando le loro sembianze, nobilitandole, rendendole eccezionali, universali e uniche.
Laura Giai Baudissard intreccia con eleganza e perizia la fotografia con la pittura, per ritrovare il sogno che unisce l’essere umano alla natura. La vegetazione che avvolge i suoi volti è l'emblema dell’ambivalente fusione dell’individuo con gli elementi del cosmo, con la physis, e con la parte più profonda e intima del suo spirito. Il sogno è racchiuso nella tensione verso qualcosa che ci attrae e ci appartiene ma che allo stesso tempo è distante da noi, come una chimera magnifica e inafferrabile che ci imprigiona tra gli artigli di un desiderio imperfetto e sdrucciolevole. Eppure persiste, caparbio, questo viaggio interiore, vivido e tumultuoso, per riappropriarsi delle proprie origini ancestrali.
In questa mostra, dunque, il denominatore comune è il volto come espressione del sogno. Un volto che incarna il sogno custodito dentro la nostra anima, che ne è il simbolo, che funge da tramite tra il conscio e l'inconscio, tra lo spirito e la corporeità.
E’ nel volto che la nostra essenza si specchia e si espande. Il viso umano diventa così una tela su cui le nostre sensazioni e i nostri sogni, come scintille di colori infiniti, si disegnano e si definiscono, cangiando in continuazione come materia viva e pulsante.
E lo sguardo attento e sapiente di questi artisti tenta di catturare e carpire la magia sublime degli universi onirici di uno sguardo, di una bocca, di uno zigomo, perché il corpo comunica in modo molto più profondo e autentico del linguaggio verbale, e la pittura è l’arte che meglio può rivelare, attraverso il potere suggestivo delle immagini, i segreti seducenti e stupendi che albergano negli abissi dell’animo umano.
E questo viaggio alla ricerca delle radici profonde del Sogno prosegue con una mostra personale di Ciro Palumbo, ospitata dalla galleria “Arte è Kaos” di Alassio, a partire dal 6 settembre fino al 28 settembre
Chiara Manganelli
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