mercoledì 16 luglio 2008

INTERVISTA CON LAURA GIAI BAUDISSARD

LAURA GIAI BAUDISSARD
IL VOLTO DELLA FUSIONE PRIMORDIALE CON IL TUTTO

Laura Giai Baudissard lavora presso l'atelier d'arte “Bottega Indaco” di Torino.
La sua indagine artistica intreccia varie forme espressive: la fotografia, la pittura e le tecniche digitali.
Parteciperà alla mostra collettiva “Il volto, incarnazione del Sogno” (Alassio, 30 agosto - 28 settembre 2008) con alcune elaborazioni fotografiche che esprimono il desiderio di fusione tra l'uomo e la natura.
Qui di seguito una breve intervista con l'artista.


1. Qual è, secondo te, il rapporto tra Sogno e Realtà? E l’arte, in questo binomio, dove si colloca?

Secondo me tra Sogno e Realtà c’è una differenza di dimensioni e di livelli di percezione e consapevolezza. Il Sogno si colloca in una dimensione più profonda e intima, mentre la Realtà appartiene a un piano più manifesto e superficiale. Attraverso il Sogno noi riusciamo a contattare parti di noi stessi che appartengono all’Inconscio. Sogno e Realtà sono dunque due dimensioni parallele, che però possono incontrarsi e contaminarsi.
L’arte si colloca su una terza dimensione, su un piano intermedio e rappresenta il punto di intersezione tra Sogno e Realtà, perché nell’arte si riesce a sperimentare e coniugare entrambe queste dimensioni. E’ proprio attraverso l’Arte, infatti, che riusciamo a proiettare nel reale i nostri sogni, rendendoli intelligibili e manifesti. L’espressione artistica è dunque un mezzo per comunicare al mondo esterno il nostro mondo interno.

2. Esistono, secondo te, dei canoni e dei paradigmi universali che possano definire il Sogno in rapporto alla Realtà, oppure questi due concetti hanno radici esclusivamente soggettive e contestualizzate?

Sono portata a credere che esistano delle componenti di universalità. Penso questo perché ho fatto esperienza, attraverso percorsi come la meditazione, di verità e gradi di coscienza che hanno a che fare, secondo me, con una dimensione che trascende la relatività e si colloca su un livello universale e assoluto.
Ma credo anche che la soggettività conti moltissimo: ognuno ha una propria percezione della realtà e ad essa dà una propria interpretazione, così come ognuno ha i propri sogni.

3. Il Sogno, secondo te, ha genesi endogene, esogene o entrambe?

Entrambe. Il Sogno è il risultato dell’interazione tra il bagaglio personale di una persona e il mondo esterno, e questa interazione dà vita a un mondo unico e nuovo.

4. Che cos’è PER TE il Sogno?

Il Sogno può essere inteso in senso classico e letterale come manifestazione mentale di immagini durante il sonno, o come aspirazione e desiderio. Ma per me è qualcosa di più sottile: penso sia una proiezione del tempo passato o futuro sul presente, e dunque una specie di alterazione della realtà, perché quando sogniamo non siamo mai totalmente nel tempo presente.

5. La tua arte quali universi onirici intende rappresentare?

Le mie opere vogliono comunicare il tentativo di ricontattare il proprio mondo inconscio per ritrovare un’armonia interiore, e, di conseguenza, anche un’armonia con ciò che ci circonda, in particolar modo con la natura e con la terra, che ci genera e ci alimenta. Le mie opere rappresentano dunque l’anelito a una fusione primordiale con il Tutto, che parte da se stessi per espandersi verso l’esterno.

6. Perché il volto può rappresentare la fenomenologia e l’essenza del Sogno? E in che modo lo rappresenta, attraverso quali simboli e quali archetipi universali?

Il volto è una mappa che ci permette di comprendere gli altri. Attraverso la vista, che è il senso che usiamo di più, noi possiamo riconoscere, attraverso il volto, una persona, la sua identità unica e irripetibile, e possiamo anche percepire parte del suo mondo interiore, e dunque anche i suoi sogni. E certe espressioni facciali sono universali: sono il corrispettivo inequivocabile di certe caratteristiche dell’universo intimo di un essere umano.

7. Che rapporto esiste, secondo te, tra l’anima e il corpo?

Sono la medesima cosa, ma su piani energetici diversi. Il corpo si plasma e si modifica a seconda degli stati d’animo; è uno specchio che riflette le emozioni.

8. Quali emozioni vorresti che la tua arte suscitasse negli spettatori che ne fruiscono? Quali i messaggi che vorresti comunicare?


Vorrei suscitare, con le mie opere, emozioni che permettano alle persone che ne fruiscono di ricontattare parti di sé, per raggiungere un maggior livello di consapevolezza e armonia. E vorrei riuscire a comunicare allo spettatore le stesse sensazioni che sento io, creando così una sorta di risonanza ed empatia che connetta me agli altri.

Chiara Manganelli


Per informazioni:
Bottega Indaco - Via Frassineto, 34 – 10139, Torino - Tel. 347 8143278 - bottegaindaco@tiscali.it - http://www.bottegaindaco.blogspot.com/

Ufficio stampa - nicola.angerame@libero.it

Catalogo in sede, a cura di Nicola Angerame e Chiara Manganelli

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