Art-Meter (http://www.art-meter.it/) è una galleria d'arte on-line che vede la luce nel marzo 2008, grazie a Ilaria Fossi e a suo marito Taka, che si sono ispirati a un'idea della società nipponica “Kayac Inc” (www.art-meter.com). E' uno spazio virtuale (ma anche reale!) in cui gli artisti possono vendere liberamente le proprie opere, e chiunque può acquistarle.
Ilaria Fossi e Taka detengono la concessione del marchio per tutta l'Europa, e uno dei loro prossimi obiettivi è quello di esportare Art-Meter anche all'estero.
Questa iniziativa, unica in Italia, in pochissimo tempo ha avuto un riscontro molto positivo, sia presso il pubblico, sia presso gli artisti. In pochi mesi, infatti, le vendite dei quadri hanno avuto un incremento esponenziale. Basti pensare che da marzo a ottobre sono stati venduti circa 50 quadri, e da ottobre a dicembre circa 160. Un risultato di tutto riguardo, emblematico della crescita e del successo che il progetto sta ottenendo.
La filosofia che sta alla base di questa iniziativa parte dalla considerazione che l'arte debba essere un bene non vincolato da logiche di mercato elitarie. L'arte è un prezioso patrimonio di cui tutti dovrebbero usufruire e godere; è una ricchezza, sia per chi la produce, sia per chi ne fruisce. Una concezione, quindi, non “oligarchica” e settaria, ma “democratica”. Parola d'ordine, dunque: libertà.
Libertà, per l'artista, di poter vendere i propri lavori in modo equo e trasparente; libertà, per il pubblico, di poter acquistare le opere a prezzi accessibili, stabiliti secondo criteri chiari e inequivocabili.
Art-Meter non giudica nessuno e non pone censure, dando a chiunque la possibilità di rendersi visibile e di esprimersi attraverso la propria produzione. Qui sono racchiuse la pregevole peculiarità e la carta vincente di questo progetto. Esiste, dunque, una volontà precisa di connotare la creatività in modo diverso e alternativo, eludendo i canali canonici dell'arte istituzionale e un po' “snob”, che si erge su un piedistallo e promulga arroganza e saccenza.
Con Art-Meter, invece, l'arte si evolve, vola libera, senza costrizioni formali e senza quelle innumerevoli “conditio sine qua non” che fanno dell'arte “ortodossa” un territorio immobile dove la regola regia è un'ottusa e sterile autoreferenzialità, sorretta da onanismi rocamboleschi e grotteschi, e fiumi di autocompiacenza narcisistica.
Un'iniziativa, quella di Ilaria Fossi e Taka, estremamente rivoluzionaria, che apre la strada a un mutamento importante nel modo di concepire la creatività.
Soprattutto in Italia, l'arte è ancora prerogativa di pochi ed è ostaggio di logiche retrive, obnubilate e sterili.
In Italia chi fa arte (il cosiddetto artista, o sedicente tale), o “se lo può permettere”, e si trastulla con la produzione artistica né più, né meno, come potrebbe fare con un giornaletto pornografico o con una partita di squash, oppure si affida alle “briglie d'oro” di qualche illuminato gallerista-mecenate, ma, per quanto dorate, pur sempre di catene e di gabbie si tratta. Senza dimenticare che trovare qualcuno, nel nostro “belpaese”, che non sia legato a un'idea dell'arte “classica” e “manieristica”, che deve obbligatoriamente rispondere a certi schemi estetici e formali (anche nell'ambito della “sovversione”!), è difficile se non impossibile.
Art-Meter invece livella tutti. Ma senza negare dignità e valore, anzi, elargendo a ogni artista la possibilità di esprimere se stesso senza condizionamenti, senza temere i giudizi altrui, e senza il vessillo assillante dell'inadeguatezza. E su Art-Meter, particolare non trascurabile, l'artista può vendere le proprie opere. Perché l'idea romantica e decisamente aberrante dell'arte che esula da qualunque “sporca” compromissione con il vile denaro, è ormai anacronistica e da rifuggire come la peste. Cerchiamo, quindi, di restituire all'arte e all'artista la sua dignità e il suo valore in toto, anche in quanto lavoro grazie al quale potersi garantire una sussistenza, appurato il fatto che di sola aria e idilliaci vaniloqui non si vive.
Un'idea all'avanguardia, dunque, in questo panorama impolverato e austero che ha il sapore più del cimelio che della vera creatività.
Finalmente qualcosa di diverso, che spezza la logica consueta. Stiamo a vedere.
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