Durante la serata è stato presentato, da Pietro Abbondanza e Cristina Garavaglia, fondatori della casa editrice “Stazione Celeste”, il libro di Celia Fenn “L’avventura indaco-cristallo: bambini e adulti indaco e cristallo, i pionieri della nuova era”.
Spazio 10 (www.spazio10.it) è una realtà attiva sul territorio di Ivrea da circa cinque anni. Nasce nel giugno 2004 con l'intento di costituire uno spazio artistico polivalente dedicato all'arte contemporanea. I suoi associati, intendono incentivare la ricerca artistica attraverso l'ideazione di progetti che esulino dal circuito commerciale dell'arte istituzionale, per creare invece opportunità di sviluppo di canali alternativi, promuovendo e sostenendo giovani artisti in cerca di occasioni per potersi esprimere e poter comunicare nuove idee.
“Stazione Celeste” (http://www.stazioneceleste.it/) è una casa editrice e insieme uno spazio di incontro che si occupa di tematiche legate alla spiritualità. I libri editi da “Stazione Celeste” sono delle finestre affacciate su mondi sorprendenti e inesplorati; sono viaggi che possono condurre chi li legge a scoprire nuove strade, nuovi modi di vivere, più consapevoli e profondi, che trascendono la mera apparenza e la realtà fenomenica in cui siamo immersi.
In particolare, il libro di Celia Fenn affronta il tema dei bambini indaco e cristallo. Bambini che sono messaggeri di cambiamento, antesignani di una “rivoluzione” spirituale e culturale imminente, presente “in nuce” nel genere umano, ma che ancora non ha trovato gli strumenti e i tempi per realizzarsi appieno. Questi fanciulli “magici” giungono sulla terra come “angeli”, per innescare un processo di consapevolezza che la razza umana non potrà ignorare, e che, inevitabilmente, produrrà un cambiamento “apocalittico” nelle nostre società e nelle nostre culture.
Questo illuminante libro viene “illustrato” da questa mostra grazie ai dipinti dell'artista “Akira Zakamoto”, a cui il tema dei bambini, concepiti come esseri superiori e forieri di una teleologia profonda dell'esistenza, è particolarmente caro e costituisce il fulcro della sua ricerca concettuale e artistica.
Nei quadri di Akira Zakamoto i bambini rappresentano una connessione mistica tra universi tangibili e mondi intrapsichici, perché essi sono in grado di dare un significato diverso ai significanti, ai segni che si presentano ogni giorno sotto i nostri occhi, e che noi non sempre riusciamo a decodificare.
In queste opere assistiamo alla rappresentazione di una poetica che incarna “un'escatologia esoterica” densa di valenze spirituali oltre che artistiche.
E così muta lo sguardo, e muta la prospettiva consueta e desueta, attraverso un gioco di metamorfosi semantiche che lo stesso Zakamoto descrive nella presentazione di questa mostra, e che preannuncia una trasformazione non solo di stilemi linguistici, ma di significati e di concezioni, aprendo la via a strade nuove e imprevedibili dove l'essere umano può ritrovarsi abbandonando sé stesso e le proprie antiche e fallaci credenze. Ironica iperbole, magnifica e paradossale.
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